Potrebbe essere decisiva per il caso Liliana Resinovich una intercettazione registrata all’interno dell’auto del marito, Sebastiano Visintin.
Il caso legato alla morte di Liliana Resinovich sembra potersi arricchire di nuovi elementi. La vicenda legata alla dipartita della donna, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio successivo, resta ancora irrisolta ma una intercettazione ambientale del marito, Sebastiano Visintin, potrebbe cambiare tutto. Di questo è convinto il legale Nicodemo Gentile, avvocato del fratello della vittima, Sergio.
Liliana Resinovich, l’intercettazione del marito in auto
La vicenda legata alla morte di Liliana Resinovich potrebbe avere finalmente una svolta. Non solo per la superperizia, inizialmente prevista per dicembre ma poi rinviata, ma soprattutto per una intercettazione relativa al marito, Sebastiano Visintin.
Nello specifico, come riportato da Fanpage, si tratta di una intercettazione ambientale fatta pochi giorni dopo che al marito della donna era stato chiesto di sottoporsi al prelievo del DNA e al colloquio registrato. L’intercettazione “verte sulla circostanza del presunto ritrovamento del cordino da parte del coniuge in un cassetto della sua cucina”, ha spiegato l’avvocato di Sergio Resinovich, fratello della vittima.
Cosa è stato detto nell’intercettazione
Secondo quanto appreso, dal dialogo intercettato si “evince che la persona indicata da Visintin come presente al ritrovamento dello spago in realtà non era con lui” e questo fatto si denoterebbe che “gli interlocutori cercano di calibrare le parole giuste da consegnare sul punto agli inquirenti”.
Di fatto, Visintin avrebbe “consegnato agli inquirenti una ricostruzione smentita dall’intercettazione in parola e ritenuta traballante dagli stessi investigatori”. Il legale Gentile ha annunciato anche l’intenzione di chiedere nuovamente che le autorità giudiziarie acquisiscano la conversazione, dato che fino ad adesso tale richiesta non ha avuto esito.
